Dagli anni ’50 ad oggi il mondo del gaming ha visto una vera e propria rivoluzione. In principio c’erano solo dei sistemi enormi e costosissimi a valvole che potevano al massimo giocare a al gioco del tris. Poi nei vari decenni la tecnologia ha visto un’evoluzione pazzesca nella grafica e nella giocabilità, con avventure videoludiche sempre più belle e coinvolgenti. Si è passati così attraverso i giochi di sport, le avventure in mondi fantastici oppure in epoche passate della vita reale, prima comandando personaggi in due dimensioni e poi con grafiche sempre più da urlo dove si è ricercata la tridimensionalità e l’iper realismo. Una ricerca che non si è fermata solo ai videogiochi da computer o console, ma con l’arrivo di internet si è spostata anche sui browser game e sulle piattaforme online di gioco, dove è possibile trovare giochi di slot, o giochi di carte, una sezione di bingo online, di lotterie online, e così via in cui la ricercatezza di grafiche, sfondi, suono e giocabilità è al primo posto per i programmatori. E questa voglia di realismo, allora, verso dove si sta dirigendo? Sappiamo che la nuova frontiera della tecnologia è l’intelligenza artificiale che rende i sistemi digitali quasi autonomi nelle scelte e nelle azioni. E questo, allora, cosa comporta? Come sarà il futuro del gaming? Un tema che sta ultimamente prendendo tutti i campi del sapere, non solo da un punto di vista tecnico e ingegneristico ma anche etico.
L’AI nei videogame
Da un punto di vista tecnico l’autonomia nella scelta da parte della macchina è sempre stata inseguita nel tempo. Si pensi ai giochi di calcio, come ad esempio EA Sports Fc, il gioco più evoluto del genere, dove il giocatore fisico gioca contro il computer e quest’ultimo deve decidere in autonomia che tattiche e che mosse fare per superarci, magari con un dribbling o una giocata corale. Ed è qui che si può leggere quelli che possono essere gli scenari futuri dell’AI nei videogame. I programmatori e le aziende di produzione di videogame si sono infatti lanciati in questa nuova sfida di ricercare il massimo realismo e un’autonomia decisionale del gioco in base alle scelte dell’utente. Cioè quello che si ricerca è: se io giocatore compio una certa azione, come risponde il gioco? Cambia scenario e storia a seconda di quello che decido di fare. Gli antagonisti del gioco non hanno frasi e azioni preordinate ma si muovono e agiscono a seconda di quello che decido di fare io. Una possibilità che apre a scenari di coinvolgimento e game experience a livelli mai vissuti prima.
La questione etica
Ma contemporaneamente, questa evoluzione tecnica apre a discussioni etiche. Se infatti prima, ma in realtà ancora oggi, la tecnologia è totalmente sotto il controllo dell’essere umano la preoccupazione di alcuni è che in futuro la tecnologia possa essere pericolosamente autonoma. Non parliamo di rivolta di androidi come certi film fantascientifici mettono in scena. Parliamo di un’autonomia decisionale della tecnologia che può portare a un condizionamento dell’utente. La questione che viene messa sul piatto della bilancia riguarda la parificazione dell’essere umano con la macchina. Tra umani e oggetti digitali, è la teoria, c’è una grande differenza che parte dall’esperienza, dalla crescita, dalla società, dalle regole etiche, dalla coscienza e dai sentimenti. Cose che una macchina può apprendere perché qualcuno inserisce degli input ma difficilmente, almeno nella nostra epoca, una macchina può arrivare a sviluppare un senso etico e sentimenti. E sta qui il timore di alcuni, cioè che la macchina possa fare delle scelte che non siano in linea con il buon senso, che siano estreme o violente e quindi che condizionino la mente soprattutto dei ragazzi. Certo, c’è anche un altro aspetto da considerare, quello del machine learning, cioè lo strumento attraverso il quale una macchina apprende da sola il da farsi in base alle nostre preferenze e alle nostre scelte. E quindi questo lascerebbe presupporre che se io mi muovo in un certo modo, anche la macchina imparerà a non darmi opzioni violente o estreme. Ma questa è la teoria e i campi di applicazione sono tanti e variegati, ancor più se oggi lo sviluppo delle tecnologie e dei videogiochi si trasferisce su internet anche con servizi come i giochi in streaming. Sicuramente le aziende di produzione di videogiochi continuerà in questo senso, e altrettanto sicuramente la discussione etica proseguirà parallela, in questo dualismo tra uomo e macchina.