Home Salute e Sport Sport e integrazione: mezzo e fine di una rivoluzione possibile

Sport e integrazione: mezzo e fine di una rivoluzione possibile

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Che lo sport non sia soltanto un mezzo per tenere allenato il corpo, ma anche, e soprattutto,  un’attività che favorisce la crescita personale e relazionale dell’individuo è un concetto ormai assodato da tempo. Ciò che invece pare costituire una novità tra tutti i potenziali benefici che si possono trarre dalla pratica di una disciplina sportiva è  l’effetto catalizzatore dello sport nei processi di integrazione culturale. Se è vero che viviamo in un mondo multiculturale in cui universi culturalmente distanti si trovano a convivere fianco a fianco ,spesso nell’indifferenza e nella diffidenza reciproca, s’impone la necessità di trovare dei linguaggi  oltre i linguaggi che favoriscano la commistione e la coesistenza pacifica tra culture diverse e che fungano anche da deterrente  rispetto ai pericoli di radicalizzazione e scontro etnico impliciti a tutti i processi di integrazione.

Ecco perché dal 2013  il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali collabora a stretto contatto con il CONI per promuovere politiche di integrazione e di inclusione proprio attraverso lo sport. Nel corso degli anni, gli interventi istituzionali  derivanti da questa collaborazione sono stati numerosi e con un raggio di azione sempre più ampio. Sono state avviate, ad esempio,  campagne di comunicazione per dare  rilevanza  e visibilità ad eventi come la “Giornata dello sport e dell’integrazione”. Sempre su questo tema, sono state avviate delle campagne educative rivolte agli studenti  delle scuole secondarie di primo grado attraverso strumenti, come  questionari e approfondimenti tematici,  volti a  far emergere  i valori positivi dell’inclusione e dell’integrazione attraverso  lo sport. È  stato inoltre  intrapreso un percorso di analisi comparata sul fenomeno della migrazione per motivi sportivi e sulla mobilità degli atleti provenienti da Paesi extracomunitari. In fine, è  stato favorito un confronto tra le varie associazioni sportive dilettantistiche presenti sul territorio nazionale,  coinvolte in progetti di integrazione,  mirato allo scambio di buone pratiche  e alla sensibilizzazione sul tema. In seguito alla pubblicazione delle esperienze più virtuose in tal senso , alle associazioni sportive più meritevoli,  selezionate da un apposito Comitato Scientifico del progetto, verranno donati materiali e  attrezzature sportive  e saranno premiate dalle più alte cariche del Ministero  del Lavoro e delle Politiche Sociali e del CONI .

Ovviamente c’è tanto ancora da fare  su vari fronti, ma sicuramente, l’aver riconosciuto allo sport  questa importante funzione sociale ed aver intrapreso delle iniziative per amplificarne gli effetti è sicuramente un segnale positivo e che fa ben sperare. Quello dell’integrazione è un tema molto delicato sia per le difficoltà oggettive intrinseche ai processi di  coesistenza pacifica e sinergica tra culture diverse all’interno di uno stesso territorio ( divari linguistici e culturali), sia a causa delle tensioni che sfortunatamente vengono ad innescarsi in conseguenza a problematiche tristemente attuali  quali la disoccupazione e il terrorismo internazionale. Questi ultimi vengono purtroppo alimentati anche dai media  che  concorrono alla costruzione di un immaginario collettivo in cui lo straniero, il diverso,  è solo una possibile fonte di pericolo e  di depauperamento , anziché veicolo di un possibile   arricchimento culturale,  fomentando così  l’odio antirazziale  e  la discriminazione. Ecco perché, prima di tutto , è necessaria un rivoluzione culturale  che, però, non rimanga ad esclusivo appannaggio della classe politica, ma  che  coinvolga direttamente i singoli cittadini. In questo senso,  attività di aggregazione sociale come lo sport assolvono un ruolo importantissimo perché trasmettono valori positivi come lo spirito di squadra che  non possono che spianare la strada alla costruzione di una società più inclusiva.