Home Beauty & Lifestyle Presidi slow food al sud Italia: cosa sono e dove trovarli

Presidi slow food al sud Italia: cosa sono e dove trovarli

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La fondazione dei presidi slow food vede la luce nel 1999 e si può considerare una sorta di evoluzione, o meglio, proseguimento del progetto dell’”Arca del gusto”. Si tratta di un programma che ha come scopo principale quello di salvaguardare le piccole e medie imprese dell’eccellenza gastronomica che si ritrovano ad essere minacciate a causa dell’industrializzazione, dell’omologazione e del degrado ambientale. Riuscire a salvare queste piccole realtà è di fondamentale importanza per questa fondazione proprio perché c’è il bisogno di non far scomparire del tutto queste tradizioni secolari. Si tratta di mestieri, tecniche di lavorazione e produzione, metodi di coltivazione che ormai stanno scomparendo del tutto e che purtroppo, se non si interviene in qualche modo e maniera rischiano di essere dimenticate per sempre e non potranno più essere tramandate alle generazioni future.  Oltre alle tradizioni, a scomparire sono anche moltissime tipologie e varietà di frutta e verdura che vengono coltivate solamente in determinate zone e che, addirittura, non sono neanche conosciute nel resto dei territori.

Il lavoro principale che svolgono i presidi slow food è quello di avere un contatto puramente diretto con i lavoratori aiutandoli ad entrare in contatto con altri Paesi facilitando così la conoscenza e la successiva esportazione dei loro prodotti.

La fondazione dei presidi slow food lavora giornalmente in più di 150 Paesi in tutto il mondo cercando di portare avanti i propri obiettivi:

  • Dare una mano ai produttori facendo conoscere al resto del mondo la qualità e la tipologia dei loro prodotti;
  • Rendere più equi i prezzi;
  • Salvaguardare tutte le tecniche di produzione;
  • Recuperare la qualità delle materie prime;
  • Far avere più visibilità ai pochi produttori che sono rimasti;
  • Aiutare i produttori nell’innovazione delle tecniche ma allo stesso tempo cercare di non stravolgerle del tutto.

In Italia esistono attualmente 298 presidi slow food. Questa associazione non entra in campo solamente per salvaguardare le figure degli agricoltori ma anche di pescatori, pasticceri, allevatori, pastori, fornai e norcini. Questo progetto è nato a Bra in provincia di Cuneo ma il suo successo è stato riscosso a livello nazionale e internazionale. Di fatti, ad oggi si possono contare più di 10.000 produttori coinvolti tra tutte le parti del mondo.

Presidi slow food Sicilia

In Sicilia i presidi slow food si occupano principalmente di salvaguardare varietà di cibo tipiche delle zone dell’isola. I presidi siciliani sono precisamente 47. Tra le varietà e i progetti attivi troviamo queste

  • Le antiche mele dell’Etna;
  • L’ape nera sicula;
  • Il cappero di Salina;
  • La capra girgentana;
  • Il cavolo trunzu di Aci;
  • Il fagiolo badda di Polizzi Generosa;
  • La lenticchia di Villalba;
  • La mandorla di Noto;
  • Il pistacchio verde di Bronte;
  • Il pane nero di Castelvetrano;
  • La provola delle Madonie;
  • Le susine bianche di Monreale;
  • Il sesamo di Ispica.

 

Presidi slow food Campania

Per quanto riguarda la situazione dei presidi slow food in Campania il numero è leggermente più basso rispetto a quello della Sicilia: si parla attualmente di 33 presidi slow food presenti sul territorio campano. Tra tutti i più conosciuti sono questi:

  • Le alici di menaica;
  • Il cacioricotta del Cilento;
  • La colatura di alici di Cetara;
  • Il fusillo di Felitto;
  • Il lupino gigante di Vairano;
  • Il pisello centogiorni;
  • Il pane di saragolla del beneventano;
  • La salsiccia e la soppressata del Vallo di Diano;
  • Le vecchie varietà di albicocche del Vesuvio.

Presidi slow food Puglia

Al momento i presidi slow food presenti nella regione Puglia sono 21. Tra questi ricordiamo:

  • Il biscotto di Ceglie;
  • Gli agrumi del Gargano;
  • Le carote di Polignano a mare;
  • Il pane tradizionale dell’alta murgia;
  • La piccola pesca di Torre Guaceto;
  • I sospiri di Bisceglie;
  • Il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto.